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al serchio 53


del ponte grande, tu sottil rivolo,
roseo per una nuvola rosea,
          cui chiesero, il giorno, le polle,
          48che le ravvenasse, e non volle:

tonò su Tiglio, tonò su Perpoli,
velò il meriggio tinnulo all’aride
          cicale che tacquero, nera
          52passò: sorrideva, la sera:

la sera, o Serchio, mentre sul candido
tuo greto fitte squittian le rondini,
          dicevi: «Oh! in quest’afa d’estate
          56le mie spumeggianti cascate!

Nè bacio il piede bianco dei gattici,
ma su le ghiaie lucide scivolo,
          scansando mulini e gualchiere,
          60chè ad opra m’ha preso il podere.

Vo mogio mogio: povero a povere
genti discendo, piccolo a piccoli
          poderi che sembrano aiuole,
          64ma che ora inaspriscono al sole.

Son donne e vecchi soli, e mi chiamano
ne’ solchi nuovi, perchè v’abbeveri
          quel lor sessantino che muore
          68prim’anco di mettere il fiore.