Riposa, o Dio! Loda le tue giornate
col lieto rimbombar del tuono!
Uomini, è il giorno settimo: guardate
24che ciò che voi faceste, è buono!
E riposate! E pace all’arma, o forti,
che al buio sfavillò sul quarzo!
Poi, per rifarla lucida, i vostri orti
28coltare voi potrete in marzo.
Ognuno, il vostro: l’orto che vi renda,
su l’ampia tavola di faggio,
l’erbe non compre per la pia merenda
32nel giorno di Calendimaggio.
Porta di ferro, apriti!... Ma lontani,
lavoratori, per la valle
voi siete, la mercede nelle mani
36ed il piccone su le spalle.
Le spalle voi volgete oggi al traforo
della montagna di granito...
Oh! non divina sorte del lavoro,
40che attrista quando sia compìto!
Voi riprendete la perpetua via
da dove, a dove si lavora.
— Quale Ararat, qual Monte Sant’Elia,
44compagni, il nostro acciaio vuol ora?
Qual mare, dighe contro cui si franga,
com’uomo contro l’ira sua?
qual lago chiede il rostro della vanga?
48qual terra il solco della prua?