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46 odi


Riposa, o Dio! Loda le tue giornate
     col lieto rimbombar del tuono!
Uomini, è il giorno settimo: guardate
     24che ciò che voi faceste, è buono!

E riposate! E pace all’arma, o forti,
     che al buio sfavillò sul quarzo!
Poi, per rifarla lucida, i vostri orti
     28coltare voi potrete in marzo.

Ognuno, il vostro: l’orto che vi renda,
     su l’ampia tavola di faggio,
l’erbe non compre per la pia merenda
     32nel giorno di Calendimaggio.

Porta di ferro, apriti!... Ma lontani,
     lavoratori, per la valle
voi siete, la mercede nelle mani
     36ed il piccone su le spalle.

Le spalle voi volgete oggi al traforo
     della montagna di granito...
Oh! non divina sorte del lavoro,
     40che attrista quando sia compìto!

Voi riprendete la perpetua via
     da dove, a dove si lavora.
— Quale Ararat, qual Monte Sant’Elia,
     44compagni, il nostro acciaio vuol ora?

Qual mare, dighe contro cui si franga,
     com’uomo contro l’ira sua?
qual lago chiede il rostro della vanga?
     48qual terra il solco della prua?