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32 odi

pascono, e vanno dietro lor due sole
                                        20grandi armentarie,

con grandi pepli.... Ed il tinnir cedeva
ad un’arguta melodia di canne:
udii cantare il fumo che si leva
                                        24dalle capanne,

le siepi in fiore, i mezzodì d’estate
pieni d’un verso inerte di cicale,
e rombi delle cupe arnie, e ventate
                                        28fresche di sale:

e chi cantava, forse, era un pastore
tutto nascosto tre le verdi fronde:
chiaro latrava un cane tra il fragore
                                        32vasto dell’onde.

Ecco e le cetre levano il tintinno
dorico, misto allo squillar del loto
chiarosonante. Ed improvviso un inno
                                        36sbalza nel vuoto:

l’aquila è in alto: fulgida nel lume
del sole: preda ha negli artigli: lente
ondoleggiando cadono giù piume
                                        40sanguinolente:

in alto in alto, sopra i gioghi bianchi
d’Etna, più su de’ piccoli occhi torvi:
nelle bassure crocitano branchi
                                        44neri di corvi.