pascono, e vanno dietro lor due sole
20grandi armentarie,
con grandi pepli.... Ed il tinnir cedeva
ad un’arguta melodia di canne:
udii cantare il fumo che si leva
24dalle capanne,
le siepi in fiore, i mezzodì d’estate
pieni d’un verso inerte di cicale,
e rombi delle cupe arnie, e ventate
28fresche di sale:
e chi cantava, forse, era un pastore
tutto nascosto tre le verdi fronde:
chiaro latrava un cane tra il fragore
32vasto dell’onde.
Ecco e le cetre levano il tintinno
dorico, misto allo squillar del loto
chiarosonante. Ed improvviso un inno
36sbalza nel vuoto:
l’aquila è in alto: fulgida nel lume
del sole: preda ha negli artigli: lente
ondoleggiando cadono giù piume
40sanguinolente:
in alto in alto, sopra i gioghi bianchi
d’Etna, più su de’ piccoli occhi torvi:
nelle bassure crocitano branchi
44neri di corvi.