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note | 203 |
IL SOGNO DI ROSETTA. Fu musicato dal maestro Carlo Mussinelli di Spezia, un cieco veggente; ed eseguito molto bene a Barga. Lo dedicai al genialissimo musicista con questa lettera:
- Caro Mussinelli,
voi siete un giovane aedo, quale un aedo di quell’Omero che tanto amate, dice sè stesso:
- per gli dei e per gli uomini io canto:
- sono maestro a me io, chè un dio m’ha sparso nel cuore
- tutta uno messo di conti . . .
E voi assomigliate anche a un altro aedo omerico: a quello de’ Feaci. E io? Io sono l’araldo, non più nè meglio che l’araldo.
Venne da presso l’araldo col cantatore diletto . . .
che siete voi: invero
- tanto la Musa l’amò! e gli diede ed un bene ed un male:
- tolsegli il raggio degli occhi, gli diede la gioia del canto.
E l’araldo pone all’aedo, in mezzo al convito, un seggio adorno di borchie d’argento (a dir vero, quello che io v’ho posto, non è un seggio o trono: è una sedia... di Barga); lo appoggia alla lunga colonna, e gli mostra come prenderla con le mani.
Così, presso a poco, ha fatto l’araldo: e voi avete presa la cetra e la Musa v’ha eccitato a cantare.
E ora vi offro il vostro libretto... A dir meglio, continuo a tradurre dal vostro Omero: