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xii | prefazione |
Ebbene? Dicevo a principio, Homo sum, con le parole d’un pagano; dirò in fine, con le parole del vangelo, Ecce homo! Lo so, lo so, che questo è il modo, non di piacere a tutti, ma di non piacere a nessuno!
A nessuno? A voi, sì: a voi, giovinetti e fanciulle, a voi, che, di qualunque età siate, o serbate o ricuperate la santa giovinezza, la cara libertà dell’anima!
E come vorrei che le mie poesie, oltre che fatte per voi, fossero anche degne di voi! E quante più di numero vorrei che fossero! Io sento di non avervi ancor detto nulla di ciò che avevo per i vostri cuori. E temo di andarmene, volgendomi disperatamente addietro per dirvi ciò che non dissi, e che è sempre e ancora il tutto. Bisogna affrettarsi, ora. Gli anni non vengono, ora: vanno.
Pochi giorni sono, io, ritornato in questa mia buona madre Bologna, mi trovai d’un subito così ingrossate e moltiplicate nel pensiero le difficoltà d’un assunto, il quale tuttavia io non avevo accettato se non a molto mal in cuore, così d’un tratto impoverite e annichilite le mie attitudini, che invilii tutto e quasi disperai. Mezzo secolo di mia vita era da pochi giorni trascorso; e che cosa avevo fatto sin allora di veramente buono e durevole? E in quelli anni, ormai così