— Entrate! — E si mostrò Roma immortale.
Allor allor giungeano dal Tirreno
100gli avvoltoi neri del suo dì lustrale.
Ed era un dì pieno di luce e pieno
di silenzio. Alle schiene taciturne
103pareva un plenilunïo sereno.
C’erano, presso le colonne e le urne,
sotto i grandi archi, a quel passar non nuove
106ombre sedute su le selle eburne.
Termine, il nume cui nessun rimuove,
era lassù. Roma era vinta; eppure
109si figgeano nell’alta arce di Giove
le sue dodici tavole future.
O irremovibile anche tu, Dea lieta!
Dea Gioventù! Là eri con Mameli,
113là rimanesti con l’eroe poeta.
Tu sollevato l’hai con te nei cieli
molle di sangue quasi di rugiada;
116e nella luce dentro cui lo celi,
117brilla ancor la sua lira e la sua spada.