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al duca degli abruzzi e ai suoi compagni 133


Vieni! C’è fuoco romano
qui tra le rotte colonne.
Scalda l’offesa tua mano
               48all’eterna ara di Vesta!


iii


Voci di là della vita
turbano il sonno latino.
L’anima sorge stupita
     52dalla pietra del cammino!
Sembra che il campo contuso
     sia da magli smisurati e regolari...
È il calpestìo de’ triari
                    56tuoi, Mario, tuoi, Druso.

Strepito d’oltre la morte
rompe la notte latina,
come un precipite e forte
     60martellare d’officina.
Forse è colui che non dorme
     mai, l’eterno Michelangelo che scava
qualche Crepuscolo enorme
                    64da un blocco di lava.

Voi, pionieri, nell’atrio
bianco degli uomini, il patrio
Genio voi certo l’udiste,
     68tra il silenzio universale,