Rivide nella stessa onda, e compianse, 240la sua lontana fanciullezza estinta.
Ma la fanciulla già nell’acqua pura
ponea le vesti e le tergea; cantando,
ma d’ora in ora; poi ch’il dì pensoso
delle sue nozze le pendea nel cuore. 245E presso la sonante opera accorta
della fanciulla, il reduce Odisseo
tutto conobbe, poi che sè conobbe;
ed alla patria protendea le braccia:
od. Io era, io era mutato! 250Tu, patria, sei come a quei giorni!
Io sì, mio soave passato,
ritorno; ma tu non ritorni...
verg. Chi su la rama, fiore, ti coglie,
t’ama o non t’ama?
— Dimmelo tu!
255od. Qualcosa, la nebbia, che muore,
tra gli occhi e le cose che amai,
fa ch’ora riveda il mio cuore
ciò ch’ei non riviva più mai...
verg. Fiore, se perdi l’esili foglie, 260le metti più?
— Mai più! Mai più!
E le ninfe divine, anime verdi
d’alberi, cristalline anime d’acque,
avean pietà del vecchio eroe, che pianse
quando non vide, e pianse quando vide.