od. Quelli? son gli alberi grandi,
quelli che, padre, mi desti?
verg. Questo, se forse domandi,
fonte, a cui lavo le vesti 215ora, per ciò che non sai...
è l’Aretusa... od. Non mai!
Questo? quel fonte sì limpido,
dove scendevo per bere,
stanco di caccia? E nel cerulo 220mare, qua bianche, là nere
vele vedevo, seduto
presso il suo strepito arguto.
L’acqua del fonte loquace,
l’onda dei mari lontani 225meco parlavano: — È pace
qui! sono dolce! rimani!
— Vieni; qua freme la vita!
Sono infinita!
verg. Ospite, prima ch’io l’intorbi, guarda 230se non è dunque limpida quest’acqua!
Al fonte arguto s’appressò l’eroe,
e vide sè nel puro fior dell’acque.
Arida vide la sua cute, vide
grigi i capelli, e pieni d’ombra gli occhi; 235e la fronte solcata era di rughe,
curvo il dosso, nè più molli le membra.
Vide; e rivide ciò che più non era:
sè biondo e snello, coi grandi occhi aperti.