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76 | LE ODI DI PINDARO |
anche a me infliggi, o Signore:
ché scevro è d’onore chi perde gli amici; e ben pochi degli uomini
Antistrofe
nelle ambasce rimangon fedeli, né parte vi pigliano». Disse
cosí. Giove, corsogli accanto,
tali parole gli porse: «Mio figlio sei tu. Dopo me
giunse l’eroe, che mortale
germe in tua madre stillava. Ora io questa scelta ti porgo:
vuoi tu sfuggire la morte, e gli anni del tedio senile,
ed abitare la casa
d’Olimpo, con me, con Atena, con Marte dal cuspide negro?
Epodo
Questo sia pure il tuo fato. Se poi pel fratello contendere
brami, ed uguale dividere in tutto la sorte con lui,
mezzo il tuo tempo vivrai del suol nelle viscere fonde,
mezzo su in ciel, nelle case
d’oro». Cosí favellò. Né in duplice avviso la mente
pose Polluce. Onde Càstore dall’elmo di bronzo dischiuse
lo sguardo, ed il labbro, e parlò.