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4 | LE ODI DI PINDARO |
hanno attinenza con Tebe (Eracle ed Antèo, Istmica III, 63, Eracle e Cerbero, Istmica I, 14) sono accennati e non mai svolti. Il poeta tocca appena, e si svia, quasi impaziente. E poiché, d’altronde, abbiamo oramai visto come alla pienezza della sua ispirazione corrispondano sempre i piú ampî e fioriti sviluppi mitici, si presenta ovvia la conclusione che in realtà il pensiero e l’affetto della città patria non animasse e non eccitasse troppo la fantasia del poeta.