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Gli scolî pongono quest’ode nel 476: il papiro d’Oxyrhyncus dimostra falsa questa data: forse è del 488 (Gaspar).

È una composizione freschissima; né offre alcuna difficoltà. Nella prima strofa è una figurazione delle Grazie, e delle loro attribuzioni: nella seconda un’invocazione ad esse perché volgano benevole lo sguardo sul vincitore, e un invito ad Eco perché vada all’Ade ad annunciare all’avo Cleodamo la vittoria del nipote.