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302 LE ODI DI PINDARO


LXXIII

IL LEONE E LE VOLPI

Aristide, II, 159, Keil. Il quale dice che erano parole rivolte da Pindaro a un uditore poco attento. Ma Pindaro non improvvisava. Sarà una delle solite altere uscite contro i suoi subdoli nemici.

Dietro alle volpi temerarie
io sto, come fulvo leone.


LXXIV

UNA STATUA PER TEBE

Scol., Pit., IV, 25.

Tebe dal carro bello, dall’aurea
tunica, statua bella.


LXXVI

SUME SUPERBIAM

Crisippo, Περὶ ὰποφατικῶν, 2. Non è detto esplicitamente che sia di Pindaro; ma l’accento è senza dubbio pindarico.

L’inclita Tebe in me
non ha nutrito un estraneo
ignaro alle Muse.