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I partenii, come lo dice il nome, erano canti per cori di vergini. Fiorirono specialmente a Sparta, favoriti dalla piú libera posizione ed educazione della donna. Alcmane fu il piú celebre compositore di partenii dell’antichità; e un suo frammento è tuttora vivo e popolare.

I frammenti di partenii restituiti dai papiri sono molto interessanti, e aggiungono qualche tratto caratteristico alla fisionomia del poeta. Nel papiro non portano espressamente il nome di Pindaro, né dal loro contesto si rileva alcun tratto che consenta una sicurissima attribuzione; però non sembra dubbia e infatti da nessuno, ch’io sappia, fu impugnata, la paternità pindarica.

I

Papiri d’Ossirinco, IV, 659.

Di questa composizione rimane leggibile una sola triade. Nel primo verso dell’antistrofe parla il poeta in proprio nome (al mascolino: nella traduzione il genere sparisce), mentre di solito nei partenii parla in propria persona il coro delle fanciulle. Ma questo non basta a far escludere che il brano appartenesse ad un partenio.