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230 LE ODI DI PINDARO

IX

Conoscevamo già la strofe, l’antistrofe e l’epodo I di questa bellissima composizione, che solevamo classificare fra gl’iporchemi, per induzione dal testo di Dionigi d’ Alicamasso che li riferiva. I papiri ci consigliano ora piuttosto di comprenderla fra i peani.

Fu scritta, come si vede, in occasione d’un’eclisse di sole. E due eclissi possono essere presi in considerazione, quello del 478, e quello del 463. È difficile decidersi per l’una piuttosto che per l’altra data.


AI TEBANI


Strofe I

Luce del sol, genitrice
di nostre pupille, che investighi il tutto,
che mai disegnasti?
Nel giorno tu il sommo degli astri
rapisti, e malcerta
rendesti l’aligera
sua possa, e la via di scïenza.
Su tramite oscuro, diverso
dal prisco, ti lanci?
Per Giove, ti prego, sospingi i corsieri
sovresso un sentiero che ambasce
per Tebe non rechi.

Antistrofe I

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Se un segno tu adduci di guerra,

se scempio di messi,