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198 | LE ODI DI PINDARO |
V
Strofe
E sopra quattro piombasti
corpi, e incombesti feroce.
Né, come a te, concedeva
Pito giocondo ritorno
ad essi; né giunti alle madri,
un riso di gioia soave li cinse:
per tramiti obliqui van trepidi,
schivando gli ostili,
feriti da sorte nemica.
Antistrofe
Ma quei che ottiene novella
gloria sovressa l’usata
prosperità, da l’eccelsa
speme dispiccasi a volo
su alate virtú, fiso a un bene
migliore dell’oro. Fortuna per gli uomini
in breve germoglia; e del pari,
se avverso volere
la scrolla, sfiorita al suol cade.
Epodo
Progenie d’un giorno! Che cosa noi siamo? Che cosa non siamo?
È sogno d’un ombra il mortale.