Pagina:Odi di Pindaro (Romagnoli) II.djvu/205

196 LE ODI DI PINDARO




Antistrofe

E piú felice presagio
cinge chi tante alla prima
gesta patí pene, Adrasto
prode. Ma sorte contraria
in casa egli avrà: poi che solo
frai i Dànai guerrieri, raccolte le ceneri
del morto suo figlio, per fato
dei Numi, ritorno
farà con incolumi schiere


Epodo


d’Abanto a le belle contrade». Suonarono d’Anfïarào
cosí le parole. Ed anch’io,
ben lieto, ricopro
di serti Alcmeóne,
con l’inno lo allegro: ch’è mio
vicino, e custode di quanto io posseggo.
Mentre io l’umbilico sonoro del mondo cercavo, m’apparve,
e a me schiuse gl’insiti profetici doni.


IV


Strofe

Febo, che lunge saetti,
che ne le valli di Pito
abiti il tempio ospitale,
ora di gloria Aristòmene