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ODE PITIA VIII 195


ché tedio aduggiare potrebbe
le menti. Ma quello che ai pie’ mi si para,
ma l’ultima gesta, o fanciullo,
io voglio, a tuo premio,
su l’ali del canto levarla.


Epodo

Ché tu del german di tua madre Teògneto segui le tracce:
né lui svergognasti in Olimpia,
né macchi su l’Istmo
Clitòmaco forte;
ma onore facesti alla patria
dei figli di Mídilo. E a te la fatidica
sentenza s’addice che il figlio d’Iclèo pronunciava, veggendo
sottesse le mura di Tebe i suoi figli,


III


Strofe

quando gli epígoni vennero
d’Argo a la gesta seconda.
Disse, mentre essi pugnavano:
«L’insito nobile ardire
rifulge dai padri nei figli.
Io veggo Alcmeóne, scotendo sul clipeo
lucente un dragon maculato,
primiero lo veggo
piombar su le mura di Tebe.