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ODE PITIA VIII 191


prima, poi perde le foglie vizze, se la scrolla un vento contrario.

Artificiale e meccanico è il trapasso dal gruppo 1-24 al 24 sg. E usati e abusati da Pindaro gli atteggiamenti al v. 37-50.

Il gruppo, appena accennato, dei giovani che ritornano vinti, è di evidenza plastica meravigliosa. L’ultima meditazione, col famoso: σκιᾶς ὄναρ ἄνθρωπος, tanto ripetuto dai Greci, e riecheggiato dalla poesia moderna, conclude con melodia triste soavissima la sopravvissuta opera di Piindaro.