Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
ODE NEMEA VI | 183 |
tu l’aura dei canti a quest’uomo
rivolgi. Di chi morto giace
Antistrofe
serbano i cantici,
serban le istorie le gesta. Né scarsi di gesta
sono i Bassídi, chiarissima progenie, che propria merce
d’encomî, su proprî
navigli trasportano, ed offrono
a chi de le Muse coltiva
i solchi, materia di canti
per l’opere egregie. Ché in Pito santissima
Callía, di tal sangue cresciuto,
attorta a le mani la briglia,
anch’ei conseguí la vittoria,
Epodo
piacendo ad Apollo e ad Artèmide. E presso Castalia,
a vespro, nel canto
brillò de le Càriti. E il ponte del mare, nel sacro a Posídone
recinto, a Creòntide, vittoria nei riti
largí triennali, bagnati dal sangue
d’un tauro; e lui l’erba
velò del leone,
in Flio, tra le forre,
tra l’ombre dei monti antichissime.