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164 LE ODI DI PINDARO


soavi di Cípride può nascer fastidio.
Ciascun dei mortali ha diverso retaggio di vita: uno vale
in questo, altri in altro: che un uomo consegua
il bene universo, possibil non è:
né dire ti posso a chi stabile tal sorte concesse la Parca.
A te concedea, Tearíone, ricchezza opportuna;


Epodo

né, poi che ti diede l’ardire dell’opera,
ti volle negata la forza del senno.
Ospite io sono: tenendo da me lunge il biasimo oscuro,
come con rivi di linfe,
aspergo l’amico di gloria veridica,
che degna mercede è pei buoni.


IV


Strofe

Né farmi rimprovero, se fosse presente, verun degli Achei
ch’oltre il mar Ionio dimoran, potrebbe.
E fede ho ne l’ospite, e levo securo
lo sguardo fra il popolo, fuggendo il soverchio,
dai pie’ vïolenza scacciando. Cosí l’avvenire s’avanzi
felice. Sentite da chi mi conosce
se io con malediche ciance, sia mai
uscito di tòno. Ti giuro, o Sògene, Eussènide giovane,
che, simile a strale di bronzo lanciando il mio verso,