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162 | LE ODI DI PINDARO |
Epodo
Innanzi tre giorni prevedon gli esperti
il vento; né lucro l’inganna o lusinga.
Povero e ricco, del pari pervengono al passo di morte:
ma, grazie al canto d’Omero
soave, la fama d’Ulisse fu, penso,
piú grande che non le sue gesta.
II
Strofe
Ché augusta pur essa la cosa non vera ti sembra, cui l’arte
su le sue penne levò. Poesia
con finti racconti rapisce gli spiriti;
e cieco han le turbe degli uomini il cuore.
Se il vero sapevano scorgere, sul brando funesto non mai
per l’armi d’Achille piombato sarebbe
Aiace, il piú forte, se togli il Pelide,
fra quanti gli spiri di Zèfiro condussero d’Ilio a la rocca,
perché Menelao chioma bionda s’avesse la sposa.
Antistrofe
Il flutto d’Averno s’avanza del pari su tutti: precipita
su chi l’attende, su chi non l’attende.
Ma all’uom sopravvive l’onore, se a lui
defunto alta fama concedono i Numi.
Però l’ampio sen della terra traverso, ed al grande umbilico
mi reco; ed a Pito giace or Neottolemo,