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ODE NEMEA III 151




Epodo

e contro l’impeto e gli archi di bronzo il seguí delle Amazzoni;
né mai la baldanza dell’animo domava il terrore che gli uomini
prostra. Per insito pregio assai pesa un uom: chi sa cose
apprese, con torbida mente,
or questo anelando, ora quello, con pie’ malsicuro
procede ad innumere prove, con mente che nulla conclude.


III


Strofe

Fanciullo vivea ne la casa di Fílira il biondo
Achille; e compiea somme gesta di già, palleggiando
la cuspide breve de l’asta;
e in gara coi venti, ai selvaggi
leoni già dava la morte, cinghiali uccideva, e al Centauro
Croníde recava le spoglie guizzanti,
da prima a sette anni, poi sempre; ed Artèmide
e Atena l’audacia di lui sbigottirono,


Antistrofe

com’ei senza cani, né inganni di reti, cacciava
i cervi: ché al corso vincevali. Narrar dagli antichi
udii tale istoria: Chirone
nutrí nel suo tetto petroso
Giasone, ed Asclèpio, a cui l’arte dei farmachi blanda trasmise;
e nozze alla florida figliuola di Nèreo