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134 | LE ODI DI PINDARO |
VIII
poi ch’ebbe d’Ippolita, sposa d’Acasto, provate
le frodi. Ed Acasto, tramata
gli avea ne l’insidia
la morte, col ferro dedàleo.
Ma lui fece salvo Chirone, che a termine addusse
il fato di Giove. Poi ch’egli ebbe doma
la furia invincibile del fuoco, le branche
aguzze, le zanne
immani dai fieri selvaggi leoni,
IX
sposa ebbe una figlia di Nèreo. E vide l’Olimpo
che in giro distendesi, dove
seduti, i Signori
del cielo e del pelago, a lui
diêr doni e potenza, che fossero retaggio ai nepoti.
Ma gire oltre il buio di Gade si vieta:
rivolgi all’Europa lo scafo del legno;
ché tutte io non posso
narrar le leggende dei figli d’Eàco.
X
Araldo sollecito io venni per dire ai Teàndridi
gli agoni che assodan le membra;
ché l’Istmo e Nemèa
m’astringono, e Olimpia, ove, quando