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ODE OLIMPIA I | 65 |
Cosí favellò; né i suoi voti rimasero vani.
Onore prestandogli, il Nume
alati corsieri instancabili, e un aurëo cocchio gli porse.
IV
Strofe
Vinse Enomào, fe’ sua sposa la vergine. Ed essa gli diede
sei figli guerrieri, bramosi di gloria.
Ed ora è partecipe
dei fulgidi riti
cruenti, proteso lunghesso
l’Alfèo, presso l’ara ospitale,
nel tumulo celebre; e lunge rifulge la gloria
di Pèlope re, per gli agoni
d’Olimpia, ove in gara si prova la possa dei piedi,
e il valido fior de la forza.
E tutta la vita, chi vince,
poi gode serena dolcezza.
Antistrofe
Bene supremo per gli uomini è Sorte che duri perenne.
Io devo a Ierone ghirlande intrecciare,
col numero equestre
d’eolia canzone.
Ben penso che mai con le armoniche
volute degl’inni famosi
ornare un altro uomo, fra quanti ora veggono il sole,
dovrò piú possente, piú sperto
di belle virtudi. — Presiede, o Ierone, a tue brame
un Dio tutelare, e le compie:
Pindaro - Le Odi, I - 5 |