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40 LE ODI DI PINDARO


sovente le ciprie canzoni si levano a gloria
di Cínira bello,
cui Febo, che d’oro ha le chiome, dilesse dal cuore profondo,


Epodo

di Cínira, allievo e ministro
di Cípride — mira la Càrite,
e premia le nobili gesta:
e te, di Deinòmene figlio, dinanzi alle case di Locri
Zefiria, la vergine or canta,
che, salva dai rischi di guerra,
mercè di tua possa, può il ciglio levare secura. —
Si narra che Issíone, via tratto dall’ali del disco
perenne rotante, per legge dei Superi,
insegni ai mortali tal norma:
che devesi rendere grata
mercede a chi bene ti fece.


II



Strofe

Chiaro ei l’apprese: ché vita felice gli aveano a sé presso
largita i Cronídi;
né poi la sua grande fortuna serbò: ché con brama delira
s’accese per Era, consorte del letto di Giove.
E lui la protervia sospinse ad immane rovina.
Punito fu subito. Un degno
castigo, ei mortale, sofferse. S’aggrava in eterno la pena
su lui, per un duplice fallo: perché fra le genti
mortali, egli, primo
d’ogni altro, non senza la frode, mescé consanguinea strage;