Pagina:Odi di Pindaro (Romagnoli) I.djvu/55

24 LE ODI DI PINDARO


III

Ed or, su la palma reggendola, ben alta tu serbi
la legge che un giorno
di Fílira il figlio, raccontano,
fra i monti insegnava al magnanimo
Pelíde, lontano ai suoi cari:
che prima il figliuolo onorasse di Crono, signore
dei tuoni e dei folgori dal mugghio profondo:
che poi non privasse di simile onore
la vita dei suoi genitori.

IV

E Antiloco anch’esso, negli evi remoti, tale animo
nutrí; che pel padre
dar valse la vita, affrontando
il re degli Etíopi, Mènnone
feroce. Il corsiere, trafitto
dai dardi di Paride, impaccio faceva di Nestore
al cocchio: già Mènnone vibrava la lancia:
e il cuore del vecchio Messenio, sgomento,
un grido a suo figlio lanciò.

V

Né al suolo cadde írrito il grido. Lí saldo piantato,
quell’uomo divino
comprò col suo sangue la vita
del padre. Onde ai posteri parve
che, altissima gesta compiuta,
ei sommo in amore filiale tra gli uomini prischi