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ODE PITICA X | 9 |
Epodo
Un dí fra quei popoli giunse, a banchetto
con essi fu il duce Persèo.
Li colse che offrivano al Nume
insigni ecatombi
d’onàgri: ché assai Febo ha cari
i loro festini e le preci;
e l’irta mirando salacia dei bruti, sorride.
III
Strofe
Né dai loro usi è proscritta
la Musa: carole di vergini
lí sempre s’aggirano,
e grida di lire, di flauti strepiti.
Ed oro di lauri cingendo a le chiome,
banchettan con animo lieto:
né morbi né uggiosa vecchiezza la sacra
progenie contamina; e senza travagli né guerre,
Antistrofe
passan la vita, schivando
la Nèmesi. Il figlio di Dànae,
spirante prodezza
dal cuore, pervenne, guidandolo Atena,
fra questo consesso di genti beate;
e uccise la Gòrgone; e il capo
chiomato di lucidi guizzi di serpi
— lapidea morte — fra genti isolane portò.