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8 | LE ODI DI PINDARO |
Epodo
del padre, di Fricia, che, chiuso nell’armi
di Marte, due volte ebbe il serto
d’Olimpia; e sott’esse le balze
feraci di Cirra,
la corsa gli diede vittoria.
Prosegua Fortuna; e nei giorni
venturi, fiorisca magnanima ricchezza per essi.
II
Strofe
Parte non scarsa dei beni
che l’Ellade porge, ora godono:
deh, mai non tramuti
lor sorte l’invidia dei Súperi! È un Dio
chi cuore ha sereno: felice, e cantato
dai vati, è colui, che, vincendo
col pugno e col piede veloce, consegue
il premio supremo per possa e fiero animo; e vede,
Antistrofe
vivo tuttora, la Sorte
largire a un suo figlio fanciullo
i serti di Pito.
Il bronzëo cielo cosí non ascende;
ma d’ogni delizia concessa ai mortali
il limite estremo egli attinge.
Né a piedi, né sopra naviglio tu trovi
la via prodigiosa che ai ludi iperborei mena.