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270 LE ODI DI PINDARO




Antistrofe

Bene pure il conobbero i bronzi che foggiansi in Argo,
e l’opre d’Arcadia e di Tebe,
le gare beote.
Pellène ed Egina: qui vinse sei volte; né dicon diverso
Megara e gl’incisi suoi marmi. — Su’, Giove, signore che reggi le balze del monte Atabirio,
onora la legge dell’inno che onora chi vinse in Olimpia,


Epodo

e l’uom che nel pugile gioco trovò la sua gloria. Concedi
che grazie fra i suoi conterranei, che grazie riscuota fra gli ospiti.
Ché egli per vie s’incammina nemiche a superbia; e ben nota
è a lui la saggezza dei padri.
Di Callianàtte la stirpe comune celar non ti piaccia. Se feste in onor degli Eràtidi
si fanno, di feste sonora è pur la città. Ma in un punto
del tempo, per tramiti vari si sfrenan le Furie del vento.