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232 | LE ODI DI PINDARO |
infuse in essi
terrore Febo: ché di Cirene
al sire, l’èsito dei suoi responsi
III
Strofe
non fosse vano: Febo che agli uomini
porge e alle femmine filtri pei gravi
morbi, e la cétera
trovò, che ispira l’estro in chi vuole,
che giuste norme
senza contrasti
nei petti induce, che di fatidici
recessi ha cura:
per esso in Argo, nella santissima
Pito, ed a Sparta, d’Egimio e d’Eracle
i prodi figli presero sede.
Ma io cantare debbo la gloria da Sparta uscita.
Antistrofe
Da Sparta vennero gli uomini Egídi
miei padri; e a Tera, non senza l’opera
dei Numi, giunsero:
ché un fato addusse quivi il banchetto
ricco di vittime:
di qui redàtolo,
o carnèo Febo, nel tuo convivio
cantiam Cirene,
la ben costrutta città: la tengono