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214 | LE ODI DI PINDARO |
unico, trasecolò. Ma pure, nel fondo dell’animo
dissimulando il terrore: «Straniero, gli chiese, qual terra
«vanti chiamare tua patria? Qual mai delle donne terrigene
«te diede a luce dal grembo fecondo? Favella; e il tuo dire
«macchiar non ti piaccia d’esosa menzogna».
Antistrofe
Saldo ne l’animo, mite nei detti, Giasone
questo rispose: «Ti dico che fu mio maestro Chirone.
«Giungo dall’antro ove Càricla dimora con Fílira: quivi
«me del Centauro educarono le pure fanciulle. Venti anni
«senza macchiare il decoro con atto né motto, lí vissi.
«Ora alla terra natale ritorno; e l’antico potere
«cerco del mio genitore, che, a torto rapito, altri usurpa:
«ché ad Eolo e ai suoi figli lo diede il Croníde.
Epodo
«Pelia, non giusto, so bene, cedendo a sue brame leggere,
«ai miei parenti, legittimi sovrani, di forza lo tolse.
«Quelli, temendo l’oltraggio di sí tracotante signore,
«come pria venni alla luce, la casa velarono a lutto,
«e in mezzo a plorare di femmine, la fuga affidando alle tènebre,
«di furto, entro fasce di porpora,
«mi dièrono, ch’ ei m’ allevasse, di Crono al figliuolo, a Chirone.