Pagina:Odi di Pindaro (Romagnoli) I.djvu/217

182 LE ODI DI PINDARO



Antistrofe

con i dodici Numi sovrani.
E Cronio quel colle chiamò.
Ché già senza nome, mentre era sovrano Enomào, da tormente
di neve coperto sempre era.
E a questo primissimo rito
le Parche assisterono, e il Tempo,
ch’è giudice solo del vero.


Epodo

E col tempo, ben chiaro si vide qual dono fu il suo, dei trofei
di guerra, che offerse su l’are,
scegliendone il fiore: qual gaudio di festa
fondò quinquennale, insiem con la prima olimpiade,
coi premî dei ginnici ludi.
Chi primo ebbe dunque
il súbito serto,
per forza di mani,
di piedi, di cocchi? Chi primo la lode
poté col trionfo, e la fama, con l’opra, rapir negli agoni?


IV


Strofe

Trionfò ne lo stadio, lanciandosi
a corso diritto, il figliuolo
Eòn di Licimnio, venuto coi suoi da Midèa. Ne la lotta
Echèmo, e fe’ onore a Tegèa.
Del pugile gioco la meta