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ODE OLIMPIA X | 181 |
Ché quelli, i superbi Molíoni,
già pria, ne’ recessi appiattati
dell’Èlide, aveano sconfitto
Epodo
le tirinzie sue schiere: né corse gran tempo, che il re degli Epèi,
Augèa, frodatore degli ospiti,
la patria opulenta sua rocca mirò
tra furia di fiamme, tra colpi di ferro, piombare
in tramite cupo di strage.
Lottar coi piú forti
possibile cosa
non è. Poi che vide,
pel poco suo senno, distrutta la patria,
soccombere anch’ei dovè, l’ultimo, all’orrido fato di morte.
III
Strofe
E il figliuolo gagliardo di Giove,
in Pisa l’esercito tutto
sospinto, e le prede, a suo padre fe’ sacro quel bosco. De l’Alti
il nitido giro segnò
coi limiti infissi; e nel mezzo
il luogo per l’epule pose,
d’Alfeo le fluenti onorando