Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
164 | LE ODI DI PINDARO |
II
Strofe
Palla, che l’arte proteggi, or da le terre di Pèlope
belle, e d’Enòmao giunto, nel canto egli celebra
il bosco divino a te sacro,
ed il corso d’Oàni, e la patria
palude, ed i sacri canali,
Antistrofe
onde le roride linfe l’Ippari effonde a le genti.
Ed in brev’ora di talami ben saldi una selva
dai rami sublimi compagina,
dalle tenebre a luce traendo
quanti abitan questa città.
Epodo
Sempre, anelando la gloria, dispendio e fatica
s’azzuffan, per l’opera
avvolta dal rischio. Ma chi
trionfa, ben saggio sembra anche ai vicini.
III
Strofe
Giove che siedi fra i nembi, ch’abiti il clivo di Crono,
che de l’Alfeo le correnti proteggi opulente,
e l’antro divino dell’Ida,
a te supplice io vengo, e melodi
intono di flauti lidî.