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120 LE ODI DI PINDARO


dirò la pugna di Sparta
al Citerone, ove il Medo dall’arco ricurvo fu domo;
e presso la bella corrente d’Imèra cantar di Dinòmene
i figli conviene: ché degni ne son, pei nemici sconfitti.

V


Strofe

Se molte fila giungendo nell’ora opportuna
breve tu parli, minore
segue degli uomini il biasimo: poiché le veloci speranze
sfiorisce il molesto fastidio.
Pubblica lode al successo
d’altri, amareggia i cuor’ torvi.
Prima però che il compianto, scegli l’invidia. Persevera
nel bene operare. Conduci le genti con retto timone: su incudine
veridica tempra la lingua;


Antistrofe

ché se uscirà dal tuo labbro, pur essa una inezia
grande parrà. Sei di molte
genti ministro; e sovr’esse, su te, molti tengon lo sguardo.
Se cara hai la fama, tenacia
mostra nei nobili impulsi;
né ti dispiaccia esser prodigo:
come nocchiere le vele lascia dischiuse alla brezza.
Né con le blande menzogne, diletto, in inganno te traggano i furbi.
Sol vanto che a morte consegua