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ODE PITIA I | 119 |
IV
Strofe
Questa città costruiva Ierone per esso,
libera, cara ai Celesti,
ligia alle norme e alle regole d’Illo: ché sempre osservare
le doriche leggi d’Egimio
bramano quei che son sangue
d’Eracle e Panfilo, e ch’ebbero
stanza sottesso il Taigeto. Scesi dall’alpe di Pindo
essi abitavano Amícla, vicino ai Tindàridi dai bianchi cavalli,
onde alta è la fama guerriera.
Antistrofe
Giove, che i voti compisci, su l'acque d’Amèna
ai cittadini e al sovrano
sempre tal sorte la fama decreti; e sia fama perenne.
E a te bene accetto, Ierone
guidi il suo figlio, e al suo popolo
dia la concordia serena.
Ora annuisci al mio voto, Croníde, che lunge si freni
l’urlo tirreno e il fenicio, veggendo lo scempio di navi
nell’acque di Cuma, veggendo
Epodo
quanto patiron fiaccati dal duce dei Siracusani,
che dalle rapide navi nei flutti la lor gioventú
sommerse, che l’Ellade trasse dal grave servaggio.
La gloria dirò che ad Atene recò Salamina: