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Battè le mani alla istituzione dei Giurati; ma dopo quindici giorni di esperimento, cominciò a promuovere una sottoscrizione clandestina col fine di innalzare un monumento a quel ministro guardasigilli, che avesse avuto il coraggio di abolire questa burletta terribile per la sua serietà.
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È stato sempre partigiano fanatico del suffragio universale; ma viceversa poi, ogni volta che c’è da eleggere il deputato del suo collegio, si astiene scrupolosamente dal dare il voto; e se il giorno dell’elezione piove, rimane a letto.
Il vero elettore italiano, dice lui, quando piove, non esce di casa e manda all’urna l’ombrello. È l’unica ricetta per conciliare l’esercizio dei diritti politici colla paura delle infreddature e dei mal di petto.
Guai, se la vigilia dell’elezione non gli hanno portato la scheda a casa! Urla, strepita e minaccia di farne uno scandalo su tutti i giornali. Però la mattina dopo, svegliandosi, spera sempre di trovare qualche buona ragione meteorologica per non andare all’urna, e domanda alla cameriera:
— Piove?
— Nossignore.
— Tira vento?
— Nemmeno.
— È molto freddo?
— È una giornata di paradiso.