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Perchè la corrispondenza sappia un po’ di catrame, il corrispondente a piè fermo la comincia così:
Parigi, (dì tanti!)
«....Stamani, traversando la piazza della Borsa, ho incontrato il vostro ambasciatore, il quale aveva il pizzo e i baffi più neri del solito, indizio sicuro che le relazioni fra la Francia e il Governo italiano non sono presentemente così amichevoli, come alcuni giornali vorrebbero far credere. L’egregio Generale mi è venuto incontro, e, stringendomi la mano, mi ha domandato colla sua solita affabilità....»
A questo punto la «Corrispondenza» piglia l’aìre e se ne va sino in fondo leggera leggera, sebbene sia gravida di rivelazioni officiali, di segreti di gabinetto, di notizie di gran peso e di altre cose pesanti.
Supposto, invece, che la «Corrispondenza» debba portare la data di Pietroburgo, il corrispondente (a piè fermo) la finisce suppergiù con queste notizie locali, che nessun organo officioso ha mai potuto smentire.
Pietroburgo, 15 gennajo.
«....Qui abbiamo un freddo del diavolo.
La Neva è gelata.
Il mio padrone di casa, un vecchio moscovita che ha lasciato una gamba sulla Beresina,