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Se poi la commedia è stata fischiata con tutte le regole, cioè con fischi umani, metallici, chiavi di casa e altri strumenti a fiato, allora per consolare l’amico si tira fuori dalla cassetta questa vecchia frase rinfrescante e sedativa: — «Si consoli l’autore! Il pubblico che l’ha fischiato, non era il solito pubblico delle altre sere, quel pubblico intelligente, educato e giudice imparziale dei veri ingegni drammatici: ma era un pubblico di giovani di banco, di pizzicagnoli, di mercatini, di ciccajoli, di garzoni di stalla e di guardie di pubblica sicurezza travestite».
Questa frase rinfrescante e sedativa applicata a tempo sugli autori fischiati, fa lo stesso effetto dell’arnica sopra i tagli e le stincature.
Quanto alla filastrocca degli epiteti ingiuriosi regalati al pubblico del teatro, il giornalista sa benissimo che può sbizzarrirsi a piacere; tanto più che, da che mondo è mondo, non c’è esempio di un pubblico teatrale, che abbia mandato i suoi padrini a casa d’un giornalista.
Nel caso che la commedia nuova non sia d’un amico, allora il critico è padrone di dirne bene o male, a seconda di quello che gli detta la coscienza, o gli stivali che ha in piedi.
È impossibile immaginarsi la grande influenza che possono avere sopra la maggiore o minore benignità d’una rassegna drammatica un paio di stivali comodi o troppo stretti! Se i calzolai lo sapessero!...