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— Il giurato è un libero cittadino, condannato dalle libere istituzioni a far da urna, rigirandosi in bocca due pallottole, sopr’una delle quali è scritta la condanna, e sull’altra l’assoluzione dell’imputato. La prima pallottola che il giurato sputa, è quella che il vero giudice è tenuto a fare eseguire.

— Qual’è, per un giurato, la più grande afflizione di spirito?

— Quella di non saper mai a che ora potrà pranzare.

— Che fa il giurato, durante il dibattimento?

— Quando va a prendere il suo posto è rassegnato: dopo un’ora, è uggioso: dopo un’ora e mezzo, è impaziente: dopo un’ora e tre quarti, diventa atrabiliare: dopo due ore, finisce col credersi più infelice dello stesso imputato, perchè egli si sente già condannato, mentre l’altro ha sempre qualche speranza....

— Come si chiama la deliberazione del giurì?

— Verdetto.

— Questa parola significa forse l’obbligo nei giurati di colpire nel vero?

— Nossignore. Questa parola significa semplicemente «è vero che i giurati hanno detto quel che hanno detto!…».

Che cos’è dunque il verdetto?

— È la cosa meno seria, fra le cose serie di questo mondo. —