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VII.
— E così, questa pace è fatta o non è fatta? — domandarono Federigo e Clarenza, affacciandosi tutti e due sulla porta.
— È fatta! è fatta! — gridò Valerio raggiante di contentezza.
— La pace è fatta, — soggiunse la Norina; — ma Valerio ha dovuto riconoscere che in tutto questo malinteso io non ho avuto nessuna colpa.
— Nessunissima.
— E che il torto è stato tutto suo.
— Tutto mio, non c’è che dire.
— E che un’altra donna, che gli abbia voluto sinceramente bene, come me, non la troverà mai....
— Mai.
— E allora, — domandò Federigo, — a quando questi confetti?
— Anche domani, anche stasera.... non è vero Norina?
— Io non ho che una sola volontà: la tua! —
VIII.
In questo mentre la Bettina entrò in sala, tutta affannata, dicendo che la contessa Lorenzi era venuta in persona a salutare il signor Federigo.