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per quel che fa la piazza, come diciamo noi altri negozianti, mi pare un eccellente partito.

— Un partito d’oro! Peccato che sia un po’ troppo permaloso!...

— Sarà permaloso!... ma via, siamo giusti, anche tu l’hai trattato piuttosto male.

— Chi l’ha trattato male? io? — gridò la Norina, rivoltandosi come un basilisco.

— No, no: te no: sarò stato io. Ma se oggi mi provassi a riannodare quest’amore?...

— Con quel superbiosaccio? mi pare che ti farai canzonare.

— Pazienza! A buon conto Valerio è stato innamoratissimo: e l’amore, quando è di quello buono, somiglia alle malattie di petto: lascia sempre una convalescenza molto lunga. Vuoi che mi ci provi?

— Te lo posso forse impedire?

— Peraltro, intendiamoci bene: caso mi riuscisse di ricondurlo alla fede, spero che non mi farai la figura di berlicche e berlocche!

— Diavol mai! non sono mica una bambina!

— Il signor Valerio — disse la Bettina, affacciandosi sulla porta di sala.


IV.


Quando Valerio entrò nella stanza, la Norina era di già sparita.

— Son venuto a portarti la minuta del nostro contratto. Vedila a tutto tuo comodo, e dopo mi saprai dire se va bene....