Pagina:Occhi e nasi.djvu/237


— 236 —

di scambiarlo coll’Orso bruno delle Alpi, o coll’Orso bianco dei mari polari.

Di questo carnivoro che, pochi anni addietro, era affatto sconosciuto nella Fauna d’Italia, io posso darvene qualche cenno elementare; perchè io sono un Semplicista, vale a dire che tengo aperta una piccola rivendita di erbe medicinali, di radiche e di mignatte: e queste, se capita il bisogno, mi faccio un dovere di applicarle anche al domicilio, usando, s’intende bene, tutti i riguardi dovuti ai tre sessi, mascolino, femminino ed ecclesiastico.

Questa piccola, ma oserei dire onestissima industria, mi rende in media un profitto lordo di circa ottocento lire. (Lo chiamo lordo, perchè la padrona di bottega è lei che pensa a ripulirmelo ogni sei mesi, depurandolo di quattrocento lire a titolo di fitto anticipato).

Sicchè dunque, reddito netto: quattrocento lire residue.

Ebbene, volete crederlo? Queste quattrocento lire, vere come vero il Vangelo, piacque all’Orso italiano (o Agente delle tasse, come lo chiamano i nostri Naturalisti) di elevarle al grado onorifico di quattromila lire.

Esso fece su per giù questo giuoco di parole:

— «Il signor Serafino Faccialei esercita la professione di semplicista: una professione d’oro, massime in questi tempi di cure radicali, di decotti politici, di flussi parlamentari, di riscaldamenti democratici e di eruzioni cutanee d’un’in-