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Da quel giorno cominciarono per Firenze le grandi tribolazioni! I suoi creditori scappavano fuori da tutti i buchi: e come fare a pagarli?

Allora scrisse al suo divorziato marito, a Roma, dicendogli:

— Ti avverto che quando feci il conto delle spese, sbagliai.

— Peggio per te, — rispose lui; — non dovevi sbagliare. Quanto ti manca per saldare i tuoi creditori?

— Circa 170 milioni....

— Ebbene: eccoti quarantacinque milioni e non se ne parli più.

— E il mio credito per le spese dell’occupazione austriaca dopo il 49?

— Ma che occupazione austriaca vai sognando? — rispose il marito di Roma. — Ho fatto fare qui delle minutissime ricerche storiche, dalle quali apparisce chiaro come la luce del sole che fra il 1848 e il 49, scorazzavano è vero per l’Italia alcuni coristi vestiti da militari, che si facevano chiamare austriaci; ma questi coristi non calarono mai in Toscana e tanto meno a Firenze. Una volta, una sola volta arrivarono fino alla Porretta; fecero un bagno zolfato e tornarono indietro. —

Confusa da tanta erudizione storica, Firenze si strinse nelle spalle, e disse fra sè e sè:

— Ora si capisce perchè questo credito non me lo vogliono più rimborsare: caso diverso, non si capirebbe nulla, o forse si capirebbe troppo! —