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Maestro. — Che ha ricevuto qualche sgarbo?
Adolfo (risentito). — Gli è da stamani in poi che Gigino mi chiama Clericale.
Maestro. — Perchè Clericale?
Adolfo. — Si figuri! perchè ho portata il salame della merenda rivoltato nell’Unità Cattolica! Pare che l’Unità Cattolica la compri io! Gli è il mi’ babbo che la compra.
Gigino. — Vuol dire che il tu’ babbo gli è un clericale.
Adolfo. — Clericale?... (con orgoglio). Per tua regola, il mi’ babbo gli è più Crispi anche di ’nNicotera!
Maestro. — Finiamola, dico.
Adolfo (sottovoce). — Lascia fare! t’aspetto fuori di scuola!
Gigino. — Vien via; non fare il Bismacche! A lasciarti discorrere, tu picchi sempre, e poi non concludi nulla.
Orazio (urlando di fondo). — Signor maestro! signor maestro!
Maestro (aggiustandosi gli occhiali sul naso). — Che cosa c’è di nuovo laggiù?
Orazio. — Raffaello m’ha strappato una ciocca di capelli. Ih! ih!... (piange).
Maestro (a Raffaello). — Perchè gli hai strappato i capelli?
Raffaello. — Gua’! perchè m’ha dato un pizzicotto!
Maestro. — Dove?
Raffaello (toccandosi la parte offesa). — Qui!
(Tutti ridono).