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carta fiorita e quella camicia (non sempre candida, come la neve caduta nella notte di Natale!) imprudentemente tirata fuori dai calzoncini, perciò raffigurasse la cotta degli abatini di Duomo, e tutti quei versetti vociati e salmeggiati in una lingua babelica, di cui non si capivano distintamente altro che gli Amen, gli Alleluia, e i Dominus vobiscum?

E, insieme coi presepj e con gli altarini, quante volte non ritornano davanti alla memore fantasia anche quei lunghi battaglioni di fucilieri e di granatieri, che pesavano pochissimo sul bilancio dello Stato, perciò erano tutti di foglio e con uno stecchino impastato di dietro, che faceva loro da fil delle reni, e quelle batterie di artiglieria leggiera, tanto leggiera, da bastare un soffio di vento per vederla volar fuori della finestra, e quegli squadroni di cavalleria montati sopra certi cavalli nè sauri nè baj, ma di una bellissima tinta di cioccolata liquida, da far venire la voglia di beverli o d’inzupparvi dentro i crostini imburrati?


II.


Oggi è tutto cambiato.

Oggi, invece di bambini e di ragazzi, abbiamo un moscaio di ominini politici non ancora passati a cresima, e un brulichìo di Machiavelli impuberi e veduti dalla parte rovescia del canocchiale, i quali, se vanno alla scuola tutti i giorni,