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Allora la moglie di Vittorio avvicinò il ritratto alla fiammella della candela e gli dette fuoco.

— Perchè lo bruciate? — domandò Demetrio quasi dispiacente.

— Lo brucio.... sapete perchè? perchè ho sempre sentito dire che il fuoco purifica tutto. —

Intanto era venuta l’ora degli addii.

L’Emilia, abbracciando Laura, fece finta di baciarla; e questa ricambiò l’amica con la stessa sincerità di cuore.

Quanto a Demetrio, non ci fu verso di persuaderlo a rimanere in casa. Volle a ogni costo accompagnare i due coniugi riconciliati per opera e merito suo, fino alla strada ferrata.

Giunto là, e appena li ebbe messi, come suol dirsi tutt’e due nel vagone, disse loro sottovoce e con tono paternale, tenendoli stretti per la mano:

— La lezione che avete avuta è stata un po’ dura, ma vi avrà insegnato almeno a essere più prudenti per l’avvenire. Ricordatevi, amici miei, che se fra Laura e me non c’è stato mai nulla da dire, lo dobbiamo alla nostra prudenza!

— E un pochino anche a me, che sono arrivata a tempo! — soggiunse l’Emilia.

La macchina fischiò, il treno partì, e Demetrio, illuminato a un tratto dalle parole d’Emilia, se ne venne via dalla stazione, sempre più persuaso che i mariti veramente accorti e prudenti, possono saper tutto, ma non debbono mai avvedersi di nulla!