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Patto fondamentale, che guarentisce ai cittadini del Regno tutti i diritti politici e civili, salvo beninteso, quel diritto volgarissimo e quasi inutile di levarsi la fame almeno una volta la settimana.
Mangiata la frittata, Scampolino entra a letto e gridando: Viva lo Statuto e fuori i lumi, spenge la candela.
Scampolino non ha vizj. Non beve vino, per rispetto ai precetti della santa Temperanza, la quale insegna che, non avendo mezzi per bevere il vino, l’uomo prudente deve dissetarsi coll’acqua.
Scampolino non piglia ai caffè: perchè il caffè gli tocca i nervi, segnatamente a doverlo pagare.
Se di tanto in tanto Scampolino fuma un mozzicone di sigaro, non lo fa per la vanagloria o per il piacere irresistibile di sciuparsi la bocca o lo stomaco, ma fuma unicamente per mitigare i bruciori dell’appetito. Quando la fame lo tormenta davvero, il povero diavolo non conosce un altro calmante più efficace di un sigaro della Regìa. Con cinque pani, cinque pesci e cinque sigari cattivi, Scampolino prenderebbe l’impegno di sfamare cinquemila persone, come dice il Vangelo.
Scampolino, è vero, non pranza tutti giorni; peraltro ogni giorno, dopo l’Ufizio si trattiene a girandolare in su e in giù lungo le strade più popolate, e prova una gioia ineffabile e serena nel poter dire e ripetere a quanti lo incontrano: