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La sua guardaroba è semplicissima: ha una camicia colle maniche, e due maniche senza camicia, per potersi cambiare.

Un soprabito solo gli serve per tutte le stagioni. Bisogna per altro sapere che questo soprabito è soppannato da una fodera che, invece di esser fissa, è amovibile a volontà, come la nostra magistratura.

Durante le brezze pungenti dell’inverno Scampolino, porta il soprabito foderato; ai primi tepori di maggio comincia a lasciare la fodera a casa; e nei solleoni, quando il sole scotta davvero, allora va all’Ufizio colla fodera sola, e gode di un frescolino così piacevole che, chiudendo gli occhi, gli par d’essere a Interlaken o in vetta all’Abetone.

Scampolino non pranza tutti i giorni, no; ma pranza qualche volta, ed è sempre molto, specie per no impiegato governativo come lui, che avrebbe tutto il diritto di non pranzare.

Quanto a cenare, il caso è diverso.

Scampolino cena una volta l’anno; la sera della festa dello Statuto. In codesta solenne ricorrenza, compra due soldi d’olio, e da quel buon impiegato governativo che è, attacca un lampioncino alla finestra: ma poi, per una di quelle dimenticanze naturalissime, che possono accadere a tutti, non l’accende mai.

Alle dieci di notte torna a casa, e coll’olio rimasto per caso nel lampioncino mette insieme una frittata, che divora con grandissimo raccoglimento, in segno di profondo omaggio a quel